Nel vasto universo del marketing promozionale, c'è una regola non scritta: più un gadget è memorabile, più funziona. E cosa c'è di più memorabile di un oggetto completamente fuori dagli schemi? L'arte del gadget promozionale non è solo una questione di creatività: è strategia, storytelling e, spesso, puro istinto. Un oggetto insolito può diventare virale, scatenare conversazioni, cementare un legame emotivo con il cliente. Ma non si tratta solo di stupire: il vero successo si misura quando la stranezza riesce a trasmettere un messaggio chiaro, coerente e duraturo.
In questo articolo ti portiamo alla scoperta di alcuni dei gadget pubblicitari più assurdi mai creati, spiegando perché queste trovate, per quanto bizzarre, hanno avuto un impatto reale sulla comunicazione aziendale. Non solo stranezze fini a se stesse, ma idee brillanti capaci di trasformare oggetti curiosi in strumenti di branding efficaci.
1. Il deodorante da scrivania di ProJob
Nel 2016, l'agenzia svedese ProJob ha lanciato un gadget decisamente inaspettato: un deodorante da scrivania con il proprio logo. Il contesto? Una fiera internazionale sul workplace design a Stoccolma. Il gadget era posizionato accanto a brochure e mockup di ambienti di lavoro moderni. Ironico e intelligente, il messaggio era: “Non basta avere un bel posto di lavoro. Serve anche mantenerlo fresco”.
Perché ha funzionato: ironico, contestuale e perfetto per l'ambiente business. La notizia è stata ripresa da diversi blog di settore e ha creato una piccola ondata di buzz social.
2. Il tappetino da yoga per cani di PetWell
Nel 2019, PetWell, azienda americana specializzata in integratori naturali per animali, ha regalato ai propri clienti un tappetino da yoga personalizzato per cani durante la "Wellness Expo" di San Diego. Ogni tappetino era brandizzato e accompagnato da una guida illustrata per fare stretching insieme al proprio cane.
Perché ha funzionato: ha colpito una nicchia in forte crescita (il benessere animale), creando una connessione emotiva con i clienti pet lover. Il gadget ha avuto successo anche su Instagram grazie al suo impatto visivo.
3. La tazza urlante di ThinkGeek
ThinkGeek, lo store online famoso per i gadget da nerd, ha messo in vendita nel 2014 una tazza da caffè che, una volta svuotata, emetteva un suono robotico per segnalare che era ora di fare refill. L'oggetto faceva parte di una campagna ironica chiamata "Office Survival Kit".
Perché ha funzionato: ha trasformato un gesto quotidiano (bere il caffè) in un momento memorabile e divertente. L'idea è diventata virale tra i fan della cultura geek.
4. Il peluche-virus di Giant Microbes
Giant Microbes, azienda americana specializzata in gadget educativi, ha realizzato negli anni 2000 una serie di peluche che riproducono l'aspetto ingrandito di virus e batteri. In una collaborazione con una casa farmaceutica nel 2011, ha distribuito il peluche del virus influenzale durante una campagna promozionale rivolta ai medici.
Perché ha funzionato: l'oggetto, apparentemente inquietante, ha stimolato curiosità e senso dell'umorismo. Alcuni medici lo tenevano sulla scrivania come elemento decorativo e conversazionale.
5. L’ombrello intelligente di Poncho
Nel 2017, la startup meteorologica Poncho ha distribuito un ombrello intelligente ai suoi abbonati premium a New York. Integrava un chip NFC collegato all’app meteo di Poncho, che faceva illuminare un LED quando era prevista pioggia.
Perché ha funzionato: utile, tecnologico e connesso al core business dell’azienda. L'effetto "wow" ha attirato l’attenzione anche di media tech come Wired.
6. La penna biodegradabile di Sprout
Sprout, azienda danese che produce articoli sostenibili, ha lanciato nel 2013 una penna promozionale che, dopo l’uso, si poteva piantare: conteneva semi di erbe aromatiche. Anche se non si scioglieva al sole, come in alcune varianti artistiche successive, il concept è stato ripreso da varie aziende eco-friendly.
Perché ha funzionato: era perfettamente allineata con i valori di sostenibilità e responsabilità ambientale. Un gadget che comunica un messaggio forte in modo tangibile.
7. Il fidget spinner al pollo fritto di KFC
Nel 2017, KFC Hong Kong ha lanciato un'edizione limitata di fidget spinner profumati al pollo fritto come parte di una campagna social rivolta alla Gen Z. I gadget venivano regalati a chi completava una challenge su Instagram.
Perché ha funzionato: surreale, divertente e perfettamente virale. Ha combinato trend (fidget spinner) con branding sensoriale, ottenendo migliaia di condivisioni online.
8. Il casco-cocomero di Nickelodeon
Durante il lancio della serie animata "Watermelon Warriors" nel 2015, Nickelodeon ha distribuito caschi da bici a forma di cocomero con speaker Bluetooth integrati. Target: bambini tra 7 e 12 anni. I caschi venivano regalati nei parchi giochi urbani di Los Angeles.
Perché ha funzionato: originale, sicuro, musicale e irresistibile per i bambini. I genitori lo hanno apprezzato per la funzione educativa legata alla sicurezza stradale.
9. I calzini QR di MindFuel
Nel 2020, la piattaforma di coaching MindFuel ha inviato ai propri iscritti più attivi un paio di calzini con QR code stampato sulla suola. Il codice portava a una playlist motivazionale creata dagli stessi coach.
Perché ha funzionato: semplice, ma con un tocco digitale coinvolgente. Ha combinato il comfort fisico con il benessere mentale, e ha stimolato la condivisione spontanea.
10. Il cactus personalizzato di DDB
L'agenzia creativa DDB (ufficio di Berlino) ha omaggiato nel 2018 i propri clienti con un mini cactus da scrivania in vaso brandizzato, accompagnato dal messaggio: "Grazie per aver creduto in noi, anche nei momenti più spinosi".
Perché ha funzionato: duraturo, simbolico e green. Ha unito il tono ironico con la cura relazionale. Molti destinatari l'hanno mostrato su LinkedIn.
Conclusione
Cosa ci insegnano tutti questi esempi?
Anche l'idea più fuori dagli schemi può avere un grande impatto, se rispetta alcune regole fondamentali: coerenza con il brand, utilità (vera o percepita), capacità di generare storytelling e memorabilità. L'assurdità funziona quando sorprende, diverte e incuriosisce, ma deve sempre mantenere un legame credibile con l'identità del marchio.
Un gadget promozionale fuori dal comune non è solo un oggetto da distribuire: è un punto di contatto, una miccia per conversazioni, una vetrina di valori aziendali in miniatura. Ed è proprio attraverso questi oggetti, spesso insoliti e divertenti, che le aziende riescono a restare impresse nella mente del consumatore.
Se ben orchestrato, un gadget insolito può diventare un vero strumento di branding, creando connessioni autentiche, lasciando un segno e facendo parlare del brand in modo duraturo.
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